Descrizione
Robert Eisler è stato il più misconosciuto fra i grandi visionari eruditi del Novecento. Studioso geniale e atipico, sempre ai margini del mondo accademico, ha lasciato un’opera multiforme e inclassificabile. E questo libro ne rappresenta l’estremo, grandioso epilogo. Influenzato da Jung e dalla sua teoria degli archetipi, si presenta come un’indagine socio-antropologica sulla crudeltà e l’aggressività umane, che ha l’audacia di suggerire una derivazione storica, o meglio preistorica, per ogni crimine e ogni violenza: ?… dall’attacco alla singola vita noto con il nome di assassinio, a quella forma di uccisione collettiva organizzata che chiamiamo guerra?. La tesi di Eisler non potrebbe essere più concisa: se l’uomo moderno è sul piano biologico ?la più terribile di tutte le bestie da preda, di fatto l’unica che preda sistematicamente la sua stessa specie? ? secondo la definizione di William James ?, e se al contrario il suo antenato era un mite primate frugivoro, a un certo stadio dell’evoluzione deve essersi verificata in lui ?una mutazione irrevocabile dalle conseguenze disastrose e permanenti?. È questa la ?caduta? che si cela dietro il misterioso fenomeno psichico denominato ?licantropia?. Sono poche, densissime pagine sorrette da una documentazione impressionante, una foresta di note che proliferano di miti, riti e leggende dei luoghi più disparati del pianeta ? e che fanno di questo libro uno dei viaggi più inquietanti nei recessi di quella che ancora oggi ci ostiniamo a chiamare ?natura umana?.