Descrizione
Come e perché sono sorte le culture? Come si spiega lo sviluppo delle arti, dell?indagine filosofica, dei sistemi morali e delle fedi religiose, della giustizia, della gestione della cosa pubblica, di economia, tecnologia, scienza? Per lo più si risponde invocando una caratteristica peculiare della nostra specie, il linguaggio verbale, insieme ad altri tratti quali l?elevato grado di socialità e un intelletto superiore. Una spiegazione a prima vista ragionevole, eppure carente, giacché trascura il ruolo che i sentimenti e più in generale gli affetti svolgono nel motivare i comportamenti individuali e collettivi che danno vita alle culture. Ma c?è di più: se negare a mammiferi e uccelli i sentimenti collegati all?emozionalità, e quindi la coscienza, è tesi ormai insostenibile, ci aspetteremmo tuttavia che pratiche e strumenti culturali fossero possibili, data la loro complessità, solo in creature molto evolute, dotate di una mente e di una organizzazione cerebrale complessa. Non è così. I sentimenti traggono il loro potere dall?omeostasi, che ritroviamo in ogni essere vivente e che assicura che la vita possa non solo perdurare, ma progredire. Scopriamo, non senza stupore, che i batteri hanno regolato la propria esistenza per miliardi di anni seguendo uno schema automatico che prefigura comportamenti e idee usati dagli esseri umani nella costruzione delle culture, incluse forme avanzate di socialità e di cooperazione. Se le cose stanno così l?inconscio umano affonda le radici più in profondità e più lontano di quanto Freud e Jung abbiano mai immaginato.