Descrizione
Raramente capita di leggere un’autobiografia così sincera. Kabir Bedi, l’indimenticabile Sandokan, ha messo a nudo la sua anima, raccontando in questo libro non solo la sua carriera di star internazionale, ma anche le tragedie che l’hanno colpito, i grandi amori tormentati, il sapore spesso amaro del successo. Un successo planetario, che l’ha portato da Bollywood a Hollywood passando per l’Italia. Perché è nel nostro paese che tutto è iniziato, quando il regista Sergio Sollima l’ha scelto per il ruolo di Sandokan nella miniserie dedicata al personaggio di Emilio Salgari, che con i suoi 27 milioni di spettatori resta una delle più viste nella storia della televisione italiana. Era il 1976, e dopo l’Italia Kabir conquistò l’Europa, poi Hollywood, che lo scritturò come antagonista di James Bond in “Octopussy – Operazione piovra”. Il giovane giornalista timido ma coraggioso che a Delhi riuscì nell’impresa impossibile di intervistare i Beatles, in pochi anni era diventato una star in tutto il mondo. Ma dietro questa facciata smagliante c’era un uomo integro, che cercava di conciliare i suoi valori, la sua spiritualità e i suoi affetti con le proprie ambizioni e con le leggi spesso ciniche dello star system. Tante le donne importanti della sua vita, dall’indomabile prima moglie Protima al grande amore Parveen Babi, attrice bellissima e tormentata, all’attuale moglie Parveen Dusanj, l’approdo sicuro dopo una vita tumultuosa. Tanti i dolori, su tutti la perdita dell’adorato figlio Siddharth (narrata con straziante sincerità nel sesto capitolo del libro) e la lontananza della madre Freda, diventata monaca buddhista quando lui era giovanissimo. I momenti migliori della vita di Kabir sono forse quelli che gli ha regalato l’Italia. E uno dei capitoli più divertenti del libro è dedicato ai suoi incontri romani: con Federico Fellini, che pur all’apice della fama gli racconta di non trovare produttori per finanziare i suoi film, o con Gina Lollobrigida, causa di un “incidente diplomatico” con l’allora fidanzata Parveen Babi. “La mia vita” scrive Kabir “è stata un ottovolante di emozioni”. E leggendo questo libro si ha proprio la sensazione di volare con lui.