Descrizione
Possiamo pensare oggi la pedagogia interculturale senza prima fare i conti con la cesura storica e politica costituita dal colonialismo? Educare ed educarci all’incontro con l’alterit? etnoculturale, fare scuola in una societ? plurale ed eterogenea come la nostra, non pu? non tener conto di un passato che condiziona ancora oggi i rapporti tra autoctoni e migranti. L’esperienza coloniale, non abbastanza problematizzata dal punto di vista culturale nel nostro Paese, allunga infatti la sua ombra su ogni discorso possiamo fare tanto sul Noi quanto sull’Altro/a. Per fare i conti con questa eredit? bisogna allora innovare dall’interno la pedagogia interculturale, facendole adottare una curvatura postcoloniale, nella quale il post non indica affatto un avvenuto superamento, ma il riconoscimento di un condizionamento culturale, di una forma mentis che ancora oggi sostiene e accompagna forme di sfruttamento, violenza e razzismo. Sposare una pedagogia postcoloniale significa infine adottare anche una postura materialistica, capace di riconoscere quei privilegi e quelle forme di dominio attivi nei contatti tra le culture che, a seguito delle migrazioni transnazionali, si realizzano nelle nostre metropoli e che, al contrario, una prospettiva esclusivamente culturalista rischia di non riuscire a leggere.