Descrizione
Inizia con questo volume la pubblicazione della prima edizione mondiale delle Opere complete di Ivan Illich, un autore la cui attualità e il cui significato, al di là della sua prima, clamorosa ricezione negli anni Settanta del Novecento, forse solo oggi sono diventati pienamente visibili. La sua critica radicale della modernità e delle istituzioni dell’Occidente coincide infatti con un nuovo sguardo sull’umanità dell’uomo, che non appare più come una natura biologica o un’identità culturale presupposta, ma come l’insieme delle pratiche e delle tecniche immemoriali attraverso le quali gli uomini e le donne si rendono la vita possibile, cioè come la dimensione che Illich chiama «convivialità». Si suole distinguere nella biografia di Illich il periodo in cui egli opera ancora all’interno della Chiesa e quello in cui dichiarerà di rinunciare per sempre all’esercizio del ministero sacerdotale, iniziando un’attività di scrittore e conferenziere che farà di lui in pochi anni una figura conosciuta e discussa in tutto il mondo. I testi raccolti in questo primo volume, in buona parte inediti, mostrano che fra l’Illich dentro la Chiesa e quello fuori (o ai margini) della Chiesa non è possibile segnare alcuna frattura. La concettualità dell’Illich critico della modernità e archeologo della convivialità nasce come uno sviluppo radicale e coerente di categorie teologiche e filosofiche già presenti nel pensiero del sacerdote, prima di tutto quella escatologica di Regno, che non è per lui un compito da realizzare nel futuro, ma qualcosa di integralmente presente, di cui occorre testimoniare qui e ora.