Descrizione
“‘Omphalos. Il primo centro del mondo’ restituisce un senso (ma anche una geografia reale) alle parole degli antichi e all’isola di Atlante, la Sardegna che fino al XII secolo a.C. funzionò da Montagna Cosmica per tenere in ordine spazio e tempo nella preistoria. Nel libro si verificano due miti paralleli: quello di Atlante e della sua isola al centro del mondo (di cui parlano Platone, Omero, Esiodo, Socrate, Aristotele & C.) e quella di Amleto e del suo Mulino Cosmico, che teneva in ordine tempo e spazio nel Primo Mondo, quello dell’Età dell’Oro di Kronos. Storie parallele quelle di Atlante e Amleto? O un’unica storia straziante raccontata in modo differente? Basta misurare su un mappamondo il 40? parallelo Nord, per rendersi conto che lì, proprio al centro, perfettamente equidistante dalle coste pacifiche di Giappone ed America, c’è un isola che sbuca, a sorpresa, dal mare: un’isola già antica per gli antichi prima felice poi pestilente, malarica, abbandonata. Un album fotografico mostra quel che avvenne: decine e decine i nuraghi sepolti vivi sotto il fango com’era su Nuraxi di Barumini prima che Giovanni Lilliu gli levasse di dosso quella collina coltivata a fave. Finisce – nel 1175 a.C., giurano gli egizi e Giovanni Lilliu – la civiltà nuragica e la sua storia continua sui picchi d’Italia. Orte, Orvieto, Cortona, Volterra, Verucchioio: un popolo del mare più distante possibile dal mare. Ormai, però, si chiamano etruschi. Plutarco – in vita di Romolo – ce li dice “Coloni dei Sardi”. Perché non credergli? Del resto basta guardare le splendide foto di Gianluca Belei presentate nel libro: il loro Aldilà è l’Isola dei Padri. Un Mar Sacro in cui tuffarsi, una meta felice da raggiungere pagando l’obolo a Caronte, e tenendo in mano l’Omphalos, simbolo sacro di quel centro del mondo che hanno dovuto abbandonare.”