Descrizione
Il 3 ottobre del 1996 l’Accademia di Svezia comunica a Wislawa Szymborska che le è stato assegnato il Premio Nobel. Da quel momento, lei così schiva, è costantemente sollecitata: arrivano lettere, telegrammi, fiori, manoscritti, richieste di ogni genere. Il telefono squilla anche di notte. Si impone la presenza di un segretario. Quando Michal Rusinek, neolaureato ventiquattrenne, si presenta a casa sua, la trova sgomenta. ?Allora? racconta ?chiesi cortesemente un paio di forbici e tagliai il cavo. Il telefono smise di squillare. La Szymborska esclamò: ?Geniale!?. E fu così che venni assunto?. Le rimarrà accanto per quindici anni. In questo libro, che è un flusso ininterrotto di ricordi, Rusinek getta, per la prima volta, un fascio di luce su certe idiosincrasie e certi aspetti della grande poetessa rimasti finora in ombra: la sua religiosità, per esempio, di cui poco si è parlato; i suoi momenti di depressione; il modo in cui nascevano le sue poesie e quello in cui crea va i suoi collage; i rituali della scrittura. Ma inanella anche decine di aneddoti esilaranti, di battute fulminanti e di osservazioni acuminate, in cui ritroviamo l’esprit settecentesco, la sottile ironia e la capacità di stupirsi del mondo di quella che è una delle poetesse più fervidamente amate dai lettori di tutto il mondo.
