Descrizione
È il 1985: dopo il violento terremoto che ha colpito il Cile, un bambino di nove anni incontra Claudia, una dodicenne che come lui si ritrova improvvisamente a vivere nelle tende allestite per strada, e che si rivelerà una presenza costante nella sua vita. Un giorno la ragazzina lo segue e gli chiede di spiare per lei lo zio, che vive nel quartiere. Inizia così tra i due una strana amicizia, interrotta bruscamente quando la famiglia di Claudia si trasferisce. Vent’anni dopo, il bambino è diventato uno scrittore, torna nei luoghi dell’infanzia e decide di indagare, nel romanzo che sta scrivendo, il rapporto genitori-figli, partendo dalla conflittualità con suo padre, che si è sempre rifiutato di condannare la dittatura di Augusto Pinochet. Un ritorno a casa che non significa soltanto “uccidere il padre”, ma capire realmente gli accadimenti di quegli anni. La volontà di impadronirsi della memoria, che ai figli di quella generazione è stata negata, si fonde così con l’urgenza di raccontarla e, più in generale, con la necessità della scrittura come mezzo per ricostruire l’identità. Il terremoto che nel 2010 torna a scuotere il Cile è una vera e propria epifania per l’autore-narratore: la vita si rivela per quello che è, “normalmente” imprevedibile, “normalmente” insensata, pesante o lieve a seconda di come la si affronta. Forse non si può comprendere tutto, ma almeno ci si può provare. Qualcosa resterà, di quanto ci affanniamo a costruire.