Descrizione
La biografia di un uomo presenta sempre delle sorprese interessanti, a maggior ragione quella di un poeta, come ci fa giustamente osservare Andrea Muzzeddu, autore di questo libro dedicato a “Matteo Pirina Cuccheddu. Il poeta degli stazzi, di telti e di Dio”. In questo caso, vita e opere si intrecciano fino a tessere una tela di memorie e liriche inusitate, come fossero i fili dell’ordito esistenziale le cui trame conducono sì al contesto sociale in cui si è inseriti ma, nello stesso tempo, portano oltre i normali confini del vivere quotidiano. La poesia, in questo caso, non è solo il “binario” su cui far scorrere il treno della propria esistenza, ma è anche la stazione in cui, di tanto in tanto, è necessario fermarsi per riprendere fiato. In questo percorso mentale e sentimentale, nel quale la creatività non può esimersi dall’esprimere al meglio la sensibilità di un uomo, l’autore del libro si è immerso, percorrendo tutto il tracciato con meticolosa attenzione, facendo emergere, stazione dopo stazione (i canti del poeta) ciò che di straordinario il nostro poeta ci ha lasciato in eredità. Emergono così le ragioni stesse del canto di Cuccheddu, i suoi crucci e i suoi entusiasmi, le sue debolezze e la sua forza, alimentata, questa, da una profonda e sicura fede. Leggere questo libro, quindi, non è solo entrare in un ambiente poetico poco conosciuto (il mondo degli stazzi della Gallura), ma è anche un entrare dentro i meandri della coscienza di un uomo (i valori etici e morali che guidano la nostra vita) che, come noi tutti, ha vissuto con intensità e trasporto il suo tempo. Ogni altra aggiunta diventa superflua.