Descrizione
Partire da sola a quindici anni, imbarcata su un piroscafo che attraversa l’Atlantico, abbandonando la madre, i fratelli, la propria terra. Affidata per sempre a una zia paterna e al marito, in una città sconosciuta dall’altra parte del mondo, tormentata dalla nostalgia del piccolo villaggio dell’infanzia incastonato tra i monti. È questo il destino di Carmen, che il figlio scrittore racconta in un libro diventato un caso letterario in Argentina e in Spagna: l’odissea di una donna capace di diventare emblema di tante storie di migranti, espatriati, sradicati. Tutto ha inizio in Spagna, negli anni Quaranta. La guerra civile si è appena conclusa, lasciando dietro di sé miseria e smarrimento. Una contadina delle Asturie spedisce la figlia nell’Argentina di Perón, con il proposito di salvarla dalla povertà. Le promette che di lì a poco tutta la famiglia la seguirà, ma non sarà così. La ragazzina rimane intrappolata in quel paese straniero, dove cresce, studia, si sposa, lotta, ma soffre un costante senso di esilio. Dopo molti anni, finalmente riesce a ricostruire la propria identità, a sentirsi a casa. È a quel punto che i suoi figli e nipoti, complice il tracollo economico del paese, le annunciano che vogliono scappare da Buenos Aires: tutto ricomincia da capo. Così, a mezzo secolo di distanza da quel primo viaggio transoceanico, il figlio Jorge decide di raccontare la storia di mamá Carmen.