Descrizione
Alla sua pubblicazione negli anni Ottanta, “La mafia imprenditrice” segna una rottura negli schemi interpretativi della società mafiosa di Calabria e Sicilia e ne documenta la trasformazione decisiva avvenuta in quel periodo: da mediatore sociale legato a valori arcaici e tradizionali ad aggressivo accumulatore di capitale. Il campo di azione delle forze criminali oggi si estende dalla droga alle armi, alle risorse energetiche, e comprende i capitali derivati dalla corruzione, dalla grande evasione fiscale e dal saccheggio delle casse statali. Le organizzazioni criminali trovano nel sistema finanziario globale un habitat favorevole, un rifugio inespugnabile, contro il quale l’attività repressiva è costretta a interrompersi. Come in Calabria, in Sicilia, le regioni da cui parte l’allucinante discesa nel ventre dell’economia globalizzata.