Descrizione
Si deve prima di tutto chiarire che il lavoro di Rocco Mario Morano si sviluppa su due linee interpretative interdipendenti: un’esauriente analisi testuale e una ricerca interdisciplinare che porta a illuminanti risultati. Le sette opere narrative prescelte, che coprono un vasto arco temporale, dal 1903 al 1935, vengono adeguatamente analizzate per tematiche e personaggi; il discorso però non si limita a cogliere gli elementi intratestuali e intertestuali, il che avviene ed è pur sempre importante, ma arriva a proporre collegamenti con la narrativa e la cultura del tempo, italiana ed europea, allargandosi anche ai classici più antichi e al libro per eccellenza, cioè alla Bibbia. Nel susseguirsi delle pagine si compiono analisi innovative su temi e personaggi, si distinguono fonti dirette e indirette, ma soprattutto si pongono in dialogo le opere narrative con l’universo letterario e culturale, aprendo nuovi orizzonti interpretativi e conferendo a Grazia Deledda il ruolo preminente che si merita. Da questa apertura di prospettiva esegetica è derivata – a supporto e completamento del lavoro svolto che sottende, per ciascuna delle opere prese in esame, la conoscenza dell’intera produzione creativa della Deledda – la decisione di ricostruire in Appendice, nella Nota apposita dal titolo leopardiano, la biografia e la formazione culturale e artistica della scrittrice, provvedendo, all’occorrenza, a riportare brani particolarmente esplicativi tratti dall’ormai sempre più vasto e aggiornato suo epistolario nonché dai giudizi critici ritenuti esemplari o più significativi, formulati sulla sua produzione narrativa nel corso degli anni, a partire dagli esordi. Le medesime ragioni animano le modalità impiegate per la predisposizione e realizzazione di una vasta bibliografia, nella quale, senza avere alcuna pretesa di esaustività, ampio spazio è stato dato ai contributi critici apparsi in Italia e all’estero a partire dagli albori del Novecento fino ad oggi e comprensibilmente aumentati di numero in modo considerevole soprattutto dopo il conferimento alla Deledda del Premio Nobel. Prefazione di Francesco Spera.