Descrizione
Educare alla perdita è un paradosso. Il dolore del lutto coglie sempre impreparati. È una marea che sommerge tutti gli argini che ci eravamo faticosamente costruiti. In questa trasformazione subita e non voluta, in cui l’ombra del passato sembra allungarsi sul presente e sul futuro, sembra quasi empio ogni anelito progettuale. Provocatorio ogni invito a sostare nell’esperienza, a cercare tenacemente un senso in ciò che si sta vivendo. Oppure, proprio in un’epoca di rimozione del lutto, l’individuo è sempre più solo davanti alle cesure della vita. L’educazione è chiamata così ad assumersi sino in fondo il compito di allestire spazi di elaborazione del vissuto, di fronte al diffondersi di un falso ideale di autosufficienza ed alla tendenza a rimuovere ogni richiamo al limite ed alla nostra intrinseca fragilità. Il libro propone di attivare una “resistenza educativa” che faccia della memoria e della pratica del racconto di sé gli strumenti elettivi, non solo per lenire le ferite del singolo, ma anche per fondare emotivamente una nuova dimensione etica di convivenza. La riflessione teorica interdisciplinare di questo testo, nutrita da un’intenzionalità pratica, avanza proposte operative per chi, in ambito sociale, educativo o sanitario, ha a che fare con la sofferenza della perdita, offrendo anche esercizi e percorsi di senso da sperimentare in prima persona.