Descrizione
Vecchie fotografie, volti fra la folla, alberi, nuvole, prati, torrenti, un’ombra sul muro, un ombrello smarrito, un telefono che suona a vuoto. Tutto converge nella poesia “riflessiva” e di ingannevole immediatezza di Wislawa Szymborska, della quale questa raccolta presenta una scelta che spazia nell’arco di cinquant’anni. L’osservatorio della poetessa è situato in un luogo remoto, sul crinale di una montagna dalla quale mette a fuoco non mondi perduti nelle profondità siderali, bensì “i nostri brulichii inarticolati” o il “bordo della nuvoletta bigia sfilacciata e quel rametto, più a sinistra sull’acacia”.