Descrizione
Un cinquantenne colonnello americano, reduce dalla Seconda guerra mondiale, è follemente innamorato di una giovanissima nobildonna veneziana. Con i suoi disperati modi di dire, di fare, di bere, di distruggersi con dolcezza, l’ufficiale diventa l’ennesima maschera dietro cui si nasconde lo scrittore che, giunto alla maturità, inizia a sentire tutto il peso della vita. Fa da affascinante sfondo al racconto un ambiente in gran parte veneziano, dall’Hotel Gritti all’Harry’s Bar, dalla laguna ai palazzi della buona società, ma anche la campagna di Fossalta in cui il protagonista – come l’autore da giovane, come il tenente Henry di “Addio alle armi” – trent’anni prima è stato ferito e per la prima volta ha sperimentato la caducità umana. Il tema principale di “Di là dal fiume e tra gli alberi”, considerato una sorta di romanzo d’addio, è quello caro a Hemingway dell’uomo di fronte alla più difficile delle esperienze, la morte. A differenza delle sue altre opere, però, qui la morte non giunge più o meno improvvisa, imposta dalla violenza esterna, ma, per usare le parole di Fernanda Pivano, «è attesa durante una silenziosa, solitaria, dialogata convivenza quotidiana con l’insidia in agguato in un corpo non più disposto ad obbedire agli ordini della vita».