Descrizione
Nel periodo cosiddetto “interbellico” fra 1919 e 1938 l’Europa fu squassata da conflitti armati invero circoscritti a singole due regioni, ma non per questo aventi, sulle popolazioni interessate, effetti meno disastrosi rispetto alle due guerre mondiali. Questo periodo di guerre a bassa intensità si caratterizza per l’imporsi delle soggettività di nuovi stati nazionali, quali Jugoslavia, Cecoslovacchia, Polonia e le repubbliche baltiche, sorti dal disfacimento degli Imperi centrali e di quello dei Romanov. Basti ricordare il conflitto polacco-lituano per il possesso di Vilna, acutizzatosi fra 1920 e 1922 con la secessione della Lituania Centrale e la sua successiva annessione alla II Repubblica Polacca; la diatriba e le tensioni sull’identità italiana o slovena di Trieste dopo il 1918. Altri esempi si possono trovare nei processi di germanizzazione forzata in alcune aree della Polonia occidentale, nella discriminazione della minoranza germanofona dell’Alta Slesia annessa alla Polonia, nella presenza in funzione antibolscevica di truppe tedesche nei Paesi baltici fino a tutto il 1920. Scopo del volume è affrontare il tema dei conflitti europei fra 1919 e 1938 dai punti di vista tanto degli avvenimenti quanto storiografico, sociologico, antropologico, al fine di delineare un quadro delle “guerre dimenticate” del XX secolo che possa servire da spunto per ulteriori ricerche specialistiche e settoriali.