Descrizione
Puch, trentaquattrenne sacrestano di una chiesa cattolica di Hübschenhausen (città immaginaria della Renania-Vestfalia), inizia a scrivere una lettera al fratello maggiore Fritz nel giorno dell’antivigilia del Natale 1966. Fritz è un pittore che, alla ricerca del successo, è finito a Kolding, in Danimarca. Nella lettera ci sono molti avvenimenti che avvenimenti non sono: la sua vita è grigia, l’atmosfera della chiesa è sempre più soffocante, il suo rapporto con i frati sempre più difficile. La lettera prende la piega della confessione di un’anima che si è rassegnata alla sconfitta, che crede in un Dio che lascia le cose come stanno, invariate e per sempre. “Le cose come stanno” è il secondo romanzo di Krauspenhaar, milanese di padre tedesco.