Descrizione
‘Entrai a piedi nella città, passai di fianco alle grandi carceri di San Vittore, diedi una benedizione e pensai: lì vivono migliaia di persone che devo andare a trovare’. Con queste parole Martini ricordava il suo ingresso a Milano il 10 febbraio 1980. E mantenne il proposito perché il rapporto con i detenuti rimase una costante del suo episcopato; ciò lo portò a sviluppare un’ampia riflessione sulla pena e sulle condizioni di vita in carcere, interrogandosi su che cosa significhi agire davvero secondo giustizia anche di fronte alla lacerazione dei rapporti umani che in forma più o meno intensa può manifestarsi in un reato. Nell’ambito della Martini Lecture Marta Cartabia, vicepresidente della Corte costituzionale, e Adolfo Ceretti, docente di Criminologia, hanno accettato di confrontarsi con il magistero di Martini che è ancora attualissimo ed esigente in questo ambito: l’arcivescovo auspicava infatti una giustizia che sappia ricucire i rapporti piuttosto che reciderli, promuovere i valori della convivenza civile, portare in sé il segno di ciò che è altro rispetto al male commesso, aprendosi a una nozione non banale di perdono.
