Descrizione
«In cosa consiste dunque il vero talento? Nell’individuare bene i tratti esteriori del personaggio che deve essere rappresentato; nel rivolgersi ‘alle sensazioni di’ coloro che ci guardano […] e nel riuscire a ingannarli attraverso l’imitazione di quei tratti […]». Così scriveva Diderot nel suo celebre “Il paradosso dell’attore”, pubblicato postumo nel 1830. Ecco allora la sfida che si pone da sempre a ogni attore: come rendere credibile questo inganno? Come trasformarsi in un altro senza smettere di essere se stessi? O, detto in altre parole, come imparare a fingere di non fingere? Per rispondere a questa domanda Ombretta De Biase delinea, con numerosi esempi ed esercizi, i passi formativi che l’aspirante attore dovrà compiere per diventare un professionista sicuro di sé e delle proprie scelte, assumendo l’abito mentale dell’attore-drammaturgo. Espressione, questa, con la quale il letterato e teorico teatrale settecentesco Gotthold Ephraim Lessing descriveva l’attore che non si limita a essere un passivo esecutore degli ordini del regista ma partecipa attivamente, con la sua esperienza e preparazione, alla messa in scena dell’opera. Tra i passi formativi indicati il manuale propone, oltre allo studio sistematico e integrale del copione, alcuni semplici è divertenti test attitudinali che aiuteranno il principiante a riconoscersi in un tipo caratteriale più razionale o più creativo, aiutandolo così a individuare le tecniche attoriali a lui più congeniali tra quelle illustrate. Il tutto basandosi sulla cosiddetta poetica della formazione, ovvero un approccio pedagogico di derivazione stanislavskiana che, nelle sue tante varianti, insegna a partire da se stessi per creare ex-novo il personaggio.