Descrizione
“Roberto Pazzi ritorna alla poesia con un titolo che ? un ossimoro allusivo alla ricomposizione di un dissidio. ? una poetica attratta dalla noluntas di Schopenhauer e dall’aspirazione alla Persuasione, contro la Retorica, di Michelstaedter, l’autore italiano moderno in cui pi? vibra un’ansia di assoluto. In “Felicit? di perdersi” la lirica di Pazzi, tentata di farsi sapienziale, ? pur sempre visiva nella fedelt? alla terra e alle sue stagioni (…inverno, vieni in fretta, liberami dall’estate…), alla citt? amata ed eletta ad osservatorio permanente (Ferrara ? la mia camera da letto). Spalanca lo scenario la stessa magia visionaria dei suoi romanzi, riaccesa anche nel verso dal timbro leggero, affidato alla musicalit? di un gioco di assonanze e allitterazioni. Cos? dal Po, dilatando i cortili antichi e la sala d’attesa ferroviaria di Ferrara.”