Descrizione
Marek Edelman aveva poco più di vent’anni quando, nell’aprile del 1943, fu uno dei comandanti dell’insurrezione del ghetto di Varsavia, la prima ribellione in Europa, armi in pugno, contro i nazisti. Il ghetto era stato istituito nel 1940 e intorno alle strade destinate alla popolazione ebraica – mezzo milione di persone vissute tra gli stenti e la fame – venne costruito un muro. La rivolta del ghetto di Varsavia, “armata” di una decina di pistole e qualche chilo di esplosivo, tenne in scacco la strapotenza nazista dal 19 aprile al 10 maggio 1943. Marek Edelman era nato nel 1921; militante del Bund, il partito socialista degli ebrei che nella Polonia di prima della guerra lottavano per l’autonomia culturale della nazionalità ebraica e contro il nazismo, non volle mai lasciare il suo paese. Finita la guerra, cardiologo all’ospedale di Lodz, a metà degli anni Settanta venne coinvolto nelle attività dell’opposizione democratica polacca. Leggenda vivente, prigioniero del generale Jaruzelski dopo il golpe del 1981, leader di Solidarnosc in clandestinità, punto di riferimento etico per migliaia di polacchi, Edelman si schierò a fianco della popolazione di Sarajevo durante l’assedio da parte dei serbi. Edelman è morto, novantenne, nel 2009.