Descrizione
In parte saggio, in parte romanzo, in parte guida, in parte diario o ancora autobiografia, “Morte nel pomeriggio” contiene tra l’altro fondamentali riflessioni sulla letteratura e la scrittura. Tutto ruota intorno all’affascinante mondo della corrida che ha da sempre stregato Hemingway perché «la corrida è una tragedia, non è uno sport» come sottolinea Fernanda Pivano. «Il torero è l’uomo che vive in stretta intimità con la morte, e reca sul viso le tracce di questa intimità. A Hemingway interessa vedere l’uomo unito al toro in un solo corpo nell’istante che decide la morte di uno dei due rivali. Il libro è un crescendo lento e sottile; il crescendo, in fondo, che Hemingway stesso denuncia come suo “metodo”: non “descrivere” un’emozione ma “suscitarla” descrivendo i momenti, le tensioni, i fatti che l’uno dietro l’altro l’hanno provocata. “Morte nel pomeriggio”, con tutto il suo glossario, non è un Baedecker della corrida più di quanto Moby Dick sia un Baedecker della caccia alla balena».