Descrizione
Nella colonizzazione d’America si distingue l’opera dei missionari gesuiti che sperimentano, nell’ambito delle missioni, un’incursione nei codici culturali indigeni, portando avanti una marcata difesa strumentale dell’uso delle lingue precolombiane nel processo di evangelizzazione. Di questa sensibilità linguistica è prova l’opera di Antonio Maccioni che consta di una grammatica, di un vocabolario e di un catechismo redatto in duplice versione, estesa e semplificata come era in uso nella letteratura religiosa dell’epoca. Il testo, pubblicato per la prima volta a Madrid nel 1732 e ristampato a Buenos Aires nel 1877, è l’unica testimonianza di una lingua amerindiana scomparsa probabilmente tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento.