Descrizione
Il volume raccoglie gli scritti polemici in cui il Biasi pittore, indossando idealmente la toga per difendere la causa degli artisti sardi rimasti soli e dimenticati, lancia un poderoso j’accuse contro Cipriano Efisio Oppo, durante il Ventennio tra le personalità più influenti nel campo dell’arte e segretario generale della mostra Quadriennale di Roma dalla quale nel 1935 Biasi risultò escluso. Utilizzando uno stile volutamente aforistico e frammentario che ben si coniuga con la sua vis polemica animata da un’ironia schiettamente sassarese, l’artista si rivolge con asprezza e severità ad artisti, critici e giornalisti, argomentando accuse e giudizi con lapidarie considerazioni in cui il Biasi studioso di estetica ha sovente il sopravvento sul polemista, scomodando tra gli altri i filosofi Croce, Kant e Bergson.